PROCLAMA DEI COMITATI RIUNITI
Torino Agli Italiani
All'annunzio di una convenzione colla Francia, in cui ponevasi per guarentigia al potere temporale del Papa il trasferimento della capitale a Firenze, Torino si commosse, e le pacifiche ed ordinate dimostrazioni cominciarono col grido di Italia e Roma.
Se Torino s'ingannasse quando la convenzione colla Francia interpretava come abbandono di Roma, lo dicono ora ben chiaro i giornali ufficiali del Governo francese che ci annunciano essere il potere temporale del Papa una condizione indeclinabile alla costituzione politica d'Italia.
Alle grida di Italia e Roma, di Torino o Roma, di vogliamo l'unità d'Italia colla capitale in Roma, che si andavano levando per le vie della città, la polizia mal diretta, mal ordinata, mal inspirata rispose sguainando le daghe contro l'inerme popolazione.
— E Torino sentì fischiare per le sue piazze le palle omicide, e spargere per la demenza di chi ci governa nella commossa città la desolazione e la morte. Il Ministero doveva rendere conto di quel sangue e cadde, e la causa dell'umanità ha trionfato.
Non dimentichi ora l'Italia che Torino fu la prima ad applaudire al voto con cui il Parlamento proclamava doversi a Roma compiere i destini italiani.
Associandosi agli atti del risorgimento italiano essa ben sentiva sin da principio che le sue sorti municipali potevano trovarsi mutate. Però non ristette. Ella può sentire domestici danni, ma di questo solo, ora come ieri, si travaglia perché intiero si compia il programma nazionale.
Triste colui che sparge mal seme di civile discordia eccitando il sospetto sulla abnegazione nostra.
Noi vogliamo Roma!
Alle calunnie di costoro risponderemo colle parole di quell'illustre italiano che fu il conte di Cavour: Torino è pronta a sottomettersi al gran sacrifizio nell'interesse d'Italia.
Noi vogliamo Roma!
24 settembre 1864