Vista l'inutilità di tenere aperto un blog di raccolta di segnalazioni e denunce di disservizi e degrado a Torino, causa la mancanza di risposte da parte delle istituzioni, questo blog è chiuso a tempo indeterminato.
Emigrate.
venerdì 1 luglio 2011
mercoledì 11 maggio 2011
Torna il Bike Pride a Torino! Appuntamento a Domenica 5 Giugno 2011 ATTENZIONE: posticipato al 10 luglio
ATTENZIONE: l'evento è stato posticipato al 10 luglio causa maltempo!
Bike
Pride
Torino,
5 giugno 2011
Torna
il Bike Pride!
La
cicloinvasione continua
Dopo
lo straordinario successo della prima edizione dello scorso anno, che
ha visto la presenza di migliaia di biciclette, a Torino torna il
Bike Pride.
Torna
a sfilare l’orgoglio delle due ruote, la parata di biciclette e di
mezzi ecologici, con l’obiettivo di promuovere non solo l’uso
della bicicletta come mezzo di trasporto, ma in generale sistemi di
vita sostenibili.
La
data fissata è domenica 5 giugno, in occasione della Giornata
Mondiale dell’Ambiente.
Il
ritrovo sarà al Parco del Valentino alle 15,00.
Durante
tutto il giorno saranno presenti in vari punti della città diverse
iniziative collegate, cominciando dal Valentino, al mattino, per poi
spostarsi in centro (all’arrivo del corteo), con eventi a tema
ciclo ambientalista, concerti e feste in Piazza Vittorio e al Parco
Michelotti, per terminare con la serata conclusiva di Cinemambiente
al Cinema Massimo.
Il
Bike Pride è organizzato dal comitato delle associazioni
ambientaliste e sportive con la collaborazione di CinemAmbiente e
Idea Solidale.
lunedì 4 aprile 2011
Parco dell'Arrivore: inciviltà e inefficienza
Il Parco dell'Arrivore è un parco pubblico della zona nord di Torino, facente parte del costruendo parco fluviale della Stura, nell'ambito del progetto regionale Parco del Po Torinese. Quest'area ospita una pregiata zona umida ben frequentata da una varia avifauna.
In tale ambiente un lettore ha documentato con alcune fotografie e un filmato uno stato di degrado inaccettabile.
Di questo sono colpevoli i cittadini che ignorano le più elementari regole di civiltà e gli organi preposti che non controllano e non manutengono le aree cittadine. Inciviltà e incompetenza si uniscono a dare i risultati seguenti:
In tale ambiente un lettore ha documentato con alcune fotografie e un filmato uno stato di degrado inaccettabile.
Di questo sono colpevoli i cittadini che ignorano le più elementari regole di civiltà e gli organi preposti che non controllano e non manutengono le aree cittadine. Inciviltà e incompetenza si uniscono a dare i risultati seguenti:
lunedì 7 marzo 2011
Nasce il nuovo Forum nazionale Lotta al degrado
Nell'ottobre 2009 nacque il Forum nazionale di Lotta al degrado, luogo di incontro, aggregazione e discussione per associazioni, blogger, attivisti e semplici lettori. Questo forum ora non è più attivo, ma è stato sostituito da un forum completamente nuovo, presente all'indirizzo:
http://lottaaldegrado.forumfree.it/
Purtroppo tutte le vecchie utenze non sono più valide per l'accesso, per cui è necessario procedere ad una nuova registrazione.
Ricordatevi di cambiare l'indirizzo nel vostro blog o sito! Ma soprattutto, vi aspettiamo numerosi!
http://lottaaldegrado.forumfree.it/
Purtroppo tutte le vecchie utenze non sono più valide per l'accesso, per cui è necessario procedere ad una nuova registrazione.
Ricordatevi di cambiare l'indirizzo nel vostro blog o sito! Ma soprattutto, vi aspettiamo numerosi!
martedì 8 febbraio 2011
Sun Salvario Views: Il muro del degrado al Valentino
tratto dal blog Sun Salvario Views
Leggi larticolo originale
Ripubblichiamo un post di nove mesi fa che mostrava la situazione del Parco del Valentino lungo Viale Pier Andrea Mattioli.
La situazione non è affatto cambiata e nellanno del 150° dell Unità uno dei parchi più belli dItalia si trova fortemente degradato.
Dalle Olimpiadi del 2006, o poco dopo, la recinzione dellOrto Botanico, al Valentino, venne ricoperta da unallegra lamiera verde.
Ai tempi il Valentino era diventato un mercato di droga a cielo aperto. Si poteva tranquillamente acquistare hashish nel Viale Pier Andrea Mattioli o eroina sulle collinette vicine. Poi la Polizia iniziò, a suon di sirene e inseguimenti sui prati, ad arrestare i pusher. Allora i pusher si rifugiarono dietro la cancellata dellOrto Botanico, e da lì richiamavano i clienti.
Ai tempi il Valentino era diventato un mercato di droga a cielo aperto. Si poteva tranquillamente acquistare hashish nel Viale Pier Andrea Mattioli o eroina sulle collinette vicine. Poi la Polizia iniziò, a suon di sirene e inseguimenti sui prati, ad arrestare i pusher. Allora i pusher si rifugiarono dietro la cancellata dellOrto Botanico, e da lì richiamavano i clienti.
Fu allora che per "riqualificare" il parco fu eretto questo muro verde che effettivamente impediva lo spaccio e la deturpazione dellOrto Botanico.
Ora i tempi sono cambiati: al Valentino non cè lombra di un pusher, nelle vicinanze dellOrto si è insediata una stazione di Polizia e la zona è frequentemente pattugliata da macchine della Guardia di Finanza. Il Valentino ha riacquistato la sua funzione di parco... ma lorribile recinzione resta lì.
Oggi è ricoperta di scritte... non è ora di toglierla e restituire dignità ai bei viali alberati del Valentino?
Ora i tempi sono cambiati: al Valentino non cè lombra di un pusher, nelle vicinanze dellOrto si è insediata una stazione di Polizia e la zona è frequentemente pattugliata da macchine della Guardia di Finanza. Il Valentino ha riacquistato la sua funzione di parco... ma lorribile recinzione resta lì.
Oggi è ricoperta di scritte... non è ora di toglierla e restituire dignità ai bei viali alberati del Valentino?
Attualmente sono in corso dei lavori nei bagni liberty di Viale Pier Andrea Mattioli che erano malandati e ricoperti di scritte.
Sempre lungo Viale Pier Andrea Mattioli molti alberi storici sono stati abbattuti e (come si vede dalla foto) sono stati lasciati i tronchi segati.
Invece sono stati rasi al suolo i bagni pubblici nellarea giochi di Viale Carlo Ceppi e lintera area è oggetto di manutenzione straordinaria. Il viale centrale, dove i bambini erano soliti giocare a calcio, è recintato e di recente sono stati aggiunti dei macchinari per il fitness.
Lavori in corso anche nel bellissimo Giardino Roccioso: lingresso principale sta per essere ripavimentato e larea del roseto non è più accessibile.
Invece sono stati rasi al suolo i bagni pubblici nellarea giochi di Viale Carlo Ceppi e lintera area è oggetto di manutenzione straordinaria. Il viale centrale, dove i bambini erano soliti giocare a calcio, è recintato e di recente sono stati aggiunti dei macchinari per il fitness.
Lavori in corso anche nel bellissimo Giardino Roccioso: lingresso principale sta per essere ripavimentato e larea del roseto non è più accessibile.
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domenica 23 gennaio 2011
Nasce l'Associazione Abitanti di piazza Vittorio
È con piacere che pubblichiamo il comunicato stampa della nascita dell'Associazione Abitanti di piazza Vittorio e zone circostanti.
Torino è una città meravigliosa e Piazza Vittorio è uno dei suoi gioielli.
Piazza Vittorio potrebbe essere centro pulsante di iniziative di svago, culturali e ricreative; potrebbe valorizzare l’artigianato e l’arte torinese.
Invece, a causa di scelte insensate, la piazza e tutte le zone adiacenti – Via Eusebio Bava, Via Matteo Pescatore, Via Principe Amedeo e anche Via delle Rosine e Piazza Maria Teresa – subiscono invasioni notturne che impediscono ai residenti di dormire e causano ingorghi di macchine e imbrattamento di marciapiedi.
Per reagire a questa situazione è nata l’Associazione Abitanti di piazza Vittorio e zone circostanti.
Il suo obiettivo è promuovere le iniziative di natura politica, tecnica e legale necessarie per assicurare la vivibilità.
Pretendiamo che il Comune di Torino faccia il suo dovere prima di tutto facendo rispettare le leggi su traffico e rumore.
E questo lo otterremo se saremo molti e uniti. Vogliamo poter dormire la notte, ma anche tornare a vedere una Piazza Vittorio bella, viva e dignitosa, che ci faccia sentire davvero orgogliosi di vivere a Torino.
Unisciti a noi. Per ricevere maggiori informazioni scrivi a: info@associazionepiazzavittorio.it
Invece, a causa di scelte insensate, la piazza e tutte le zone adiacenti – Via Eusebio Bava, Via Matteo Pescatore, Via Principe Amedeo e anche Via delle Rosine e Piazza Maria Teresa – subiscono invasioni notturne che impediscono ai residenti di dormire e causano ingorghi di macchine e imbrattamento di marciapiedi.
Il suo obiettivo è promuovere le iniziative di natura politica, tecnica e legale necessarie per assicurare la vivibilità.
Pretendiamo che il Comune di Torino faccia il suo dovere prima di tutto facendo rispettare le leggi su traffico e rumore.
E questo lo otterremo se saremo molti e uniti. Vogliamo poter dormire la notte, ma anche tornare a vedere una Piazza Vittorio bella, viva e dignitosa, che ci faccia sentire davvero orgogliosi di vivere a Torino.
Unisciti a noi. Per ricevere maggiori informazioni scrivi a: info@associazionepiazzavittorio.it
FINE COMUNICATO
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venerdì 7 gennaio 2011
Moschea di Via Urbino: dichiarazione del CCST.
Riceviamo e pubblichiamo volentieri la dichiarazione del Coordinamento Comitati Spontanei Torino riguardo la questione dell'apertura di una Moschea in Via Urbino, che ci trova completamente d'accordo
Noi di Migliora Torino siamo (ovviamente!) contro qualsiasi discriminazione, di qualunque tipo, e riteniamo che i concittadini e gli immigrati che abbracciano la fede musulmana abbiano il diritto di avere un posto dove pregare e riunirsi. Siamo anche contro i beceri stereotipi che vedono in un immigrato un problema o in un musulmano un terrorista.
Tuttavia siamo anche consapevoli che, stante la quasi incredibile faciloneria con cui in Italia sono gestiti l'ordine pubblico e la convivenza civile, il progetto di Moschea deve essere accompagnato ad una emancipazione sia della parte musulmana sia della restante parte della comunità, responsabilizzando tutti al rispetto reciproco e instaurando reali forme di collaborazione, di socializzazione e di dialogo.
Migliora Torino è disponibile a pubblicare le dichiarazioni dei cittadini musulmani che volessero intervenire nella questione.
Sul tema della Moschea di via Urbino, il cui progetto ha avuto il via libera del Comune il 31 dicembre, il C.C.S.T. - Coordinamento Comitati Spontanei Torinesi è impegnato da tempo.
Nel tentativo di coniugare le legittime esigenze della comunità musulmana torinese, che chiede di avere un posto dignitoso ove pregare, ed i timori dei residenti, preoccupati per l'insorgere del fondamentalismo religioso ed un peggioramento della qualità della vita nel quartiere, il C.C.S.T. ha presentato sin dal maggio 2010 un patto sociale con la proposta di sottoscriverlo insieme a Comune e Prefettura.
Un accordo che impegnerebbe le parti a riconoscere «garanzie di vivibilità, sicurezza e decoro a tutti coloro che risiedono nella via e nelle vie limitrofe», necessarie a «mantenere il giusto equilibrio tra residenti e cittadini di fede musulmana», «ferma restando ogni doverosa adozione delle misure di sicurezza».
Un proposta che Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino, ed Ilda Curti, Assessore alle Politiche per l'integrazione del Comune di Torino, hanno accolto favorevolmente impegnandosi recentemente a farsene portavoce in Prefettura.
Il clima surriscaldato di questi ultimi giorni è una chiara dimostrazione di quanto il patto sociale da noi proposto sia urgente e necessario per rasserenare gli animi dell'opinione pubblica torinese e costruire intorno all'iniziativa una vera coesione sociale.
Ufficio Stampa
C.C.S.T. - Coordinamento Comitati Spontanei Torinesi
Torino, 4 gennaio 2011
Permalink:
http://www.ccst.it/documenti/comunicati-stampa/moschea-di-via-urbino-urge-un-patto-sociale.html
UFFICIO STAMPA
INFO: (+39) 339.833.30.51
Web: www.ccst.it E-mail: ufficio.stampa@ccst.it
FINE COMUNICATO
Nel tentativo di coniugare le legittime esigenze della comunità musulmana torinese, che chiede di avere un posto dignitoso ove pregare, ed i timori dei residenti, preoccupati per l'insorgere del fondamentalismo religioso ed un peggioramento della qualità della vita nel quartiere, il C.C.S.T. ha presentato sin dal maggio 2010 un patto sociale con la proposta di sottoscriverlo insieme a Comune e Prefettura.
Un accordo che impegnerebbe le parti a riconoscere «garanzie di vivibilità, sicurezza e decoro a tutti coloro che risiedono nella via e nelle vie limitrofe», necessarie a «mantenere il giusto equilibrio tra residenti e cittadini di fede musulmana», «ferma restando ogni doverosa adozione delle misure di sicurezza».
Un proposta che Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino, ed Ilda Curti, Assessore alle Politiche per l'integrazione del Comune di Torino, hanno accolto favorevolmente impegnandosi recentemente a farsene portavoce in Prefettura.
Il clima surriscaldato di questi ultimi giorni è una chiara dimostrazione di quanto il patto sociale da noi proposto sia urgente e necessario per rasserenare gli animi dell'opinione pubblica torinese e costruire intorno all'iniziativa una vera coesione sociale.
Ufficio Stampa
C.C.S.T. - Coordinamento Comitati Spontanei Torinesi
Torino, 4 gennaio 2011
Permalink:
http://www.ccst.it/documenti/comunicati-stampa/moschea-di-via-urbino-urge-un-patto-sociale.html
UFFICIO STAMPA
INFO: (+39) 339.833.30.51
Web: www.ccst.it E-mail: ufficio.stampa@ccst.it
FINE COMUNICATO
Noi di Migliora Torino siamo (ovviamente!) contro qualsiasi discriminazione, di qualunque tipo, e riteniamo che i concittadini e gli immigrati che abbracciano la fede musulmana abbiano il diritto di avere un posto dove pregare e riunirsi. Siamo anche contro i beceri stereotipi che vedono in un immigrato un problema o in un musulmano un terrorista.
Tuttavia siamo anche consapevoli che, stante la quasi incredibile faciloneria con cui in Italia sono gestiti l'ordine pubblico e la convivenza civile, il progetto di Moschea deve essere accompagnato ad una emancipazione sia della parte musulmana sia della restante parte della comunità, responsabilizzando tutti al rispetto reciproco e instaurando reali forme di collaborazione, di socializzazione e di dialogo.
Migliora Torino è disponibile a pubblicare le dichiarazioni dei cittadini musulmani che volessero intervenire nella questione.
sabato 18 dicembre 2010
Nuova ciclabile di Via Nizza...
Grazie all'utente Obelix80 del forum di SkyscraperCity possiamo testimoniarvi l'avanzamento della nuova pista ciclabile di Via Nizza, che procede contestualmente ai lavori della linea 1 della metropolitana.Come si evince dalle foto la pista non è separata dalla corsia riservata agli altri veicoli mediante cordolo o barriera di protezione, ma semplicemente da una striscia gialla a terra.

Stante la scarsa educazione civica imperante in Italia e la cronica scarsità di controlli da parte delle forze dell'ordine Migliora Torino ritiene che la pista necessiti perlomeno di un cordolo rialzato di protezione a tutela dell'incolumità dei ciclisti e a disincentivo della sosta e del transito illegali sulla pista ciclabile.
Sollecitiamo i lettori a scrivere all'Ufficio Biciclette del Comune di Torino, all'indirizzo biciclette@comune.torino.it per richiedere l'apposizione di un cordolo rialzato o altro strumento di separazione della pista dalla corsia riservata ai mezzi a motore.
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martedì 7 dicembre 2010
Cartellopoli.com ancora sequestrato, parte la raccolta fondi
NdiMT: Pubblichiamo volentieri l'appello dei gestori di Cartellopoli.com
Cari amici che affermate e vi siete autoconvinti di avere a cuore e volere il bene della vostra città, è arrivato il momento di dimostrarlo. Mettendo mano al portafoglio. Ehi, ehi, niente paura: si tratta di pochi, pochissimi euro, ma significativi. Perché solo partecipando, tutti insieme, all’impegno anche economico che comporta mandare avanti una seria ed efficacie attività civica si può dire di “partecipare” veramente.
E non si tratta solo di raccogliere denari da mettere in cascina per recuperare il blog Cartellopoli, cancellato con la sola colpa di aver messo in seria difficoltà la lobby dei cartellonari romani denunziandone gli abusi. Si tratta anche di questo, certo, ma soprattutto si tratta di creare un fondo, un plafond condiviso da tutti, che permetta ai migliori cittadini di Roma di dire “tutto questo che stiamo facendo è anche un poco mio”. Dieci euro? Venti euro? Ma sì non di più. Via e-mail e in molti commenti c’è chi si è esposto dicendo di poter contribuire per 100, 500 o 1000 euro. In realtà preferiamo tante donazioni, ma piccole affinché un numero più vasto possibile di persone possa prendere parte alla formidabile rivoluzione, all’incredibile cambio di prospettiva e di mentalità che i blog civici stanno determinando.
Il fondo che creeremo grazie alle donazioni di tutti noi non sarà utilizzato solo per i guai con la giustizia di Cartellopoli. Sarà al contrario un tesoretto da utilizzare alla bisogna per tutte le ingiustizie tipo quella che il blog sta subendo in questi giorni. Querele, denunzie, cause, purtroppo temiamo di essere solo all’inizio. Più ci avviciniamo al nostro obbiettivo, ovvero eliminare dalla città la volgarità, la prepotenza, il crimine e lo scempio di quasi tutte le ditte cartellonare, più cercheranno di fermarci. E auguriamoci che lo facciano solo con le carte bollate e non con altro…
Ecco perché vi invitiamo a donare qualcosa di vostro tramite PayPal (è lo strumento più veloce e sicuro) e a far donare, a spargere la voce, a far sapere a tutti che ci sono delle persone che, senza alcun interesse, si stanno battendo per una città più bella e giusta e che hanno bisogno di un briciolo di aiuto. Ci serve per raccogliere risorse, ma ci serve anche per fidelizzare quanto più pubblico possibile attorno ai “nostri” temi: un conto è seguire una battaglia civica leggiucchiandone in giro, altro conto è autotassarsi (anche se per pochi euro). Scommettiamo che nel secondo caso la partecipazione sarà più sentita, calda, profonda, presente?
Le credenziali per controllare il conto donazioni saranno consegnate a diverse persone. Alle diverse anime del movimento anti-cartelloni. Per garanzia di tutti, dunque, saranno tre persone a detenere le password per controllare il conto, l’affluenza dei soldi, la loro eventuale spesa che sarà puntugliosamente comunicata a tutti. Tutti i donatori, salvo chi vorrà restare anonimo, saranno elencati nei vari blog aderenti a questo grande movimento civico che non ha eguali nella storia moderna.
Stiamo cambiando da dentro questa città e vi chiediamo un piccolo segnale di vicinanza e condivisione a quello che stiamo facendo e che faremo insieme.
NdiMT: seguite il link in basso per accedere alla pagina delle donazioni:
http://www.degradoesquilino.com/2010/12/cartellopoli-ancora-sequestrato-parte-la-raccolta-fondi.html
Cari amici che affermate e vi siete autoconvinti di avere a cuore e volere il bene della vostra città, è arrivato il momento di dimostrarlo. Mettendo mano al portafoglio. Ehi, ehi, niente paura: si tratta di pochi, pochissimi euro, ma significativi. Perché solo partecipando, tutti insieme, all’impegno anche economico che comporta mandare avanti una seria ed efficacie attività civica si può dire di “partecipare” veramente.
E non si tratta solo di raccogliere denari da mettere in cascina per recuperare il blog Cartellopoli, cancellato con la sola colpa di aver messo in seria difficoltà la lobby dei cartellonari romani denunziandone gli abusi. Si tratta anche di questo, certo, ma soprattutto si tratta di creare un fondo, un plafond condiviso da tutti, che permetta ai migliori cittadini di Roma di dire “tutto questo che stiamo facendo è anche un poco mio”. Dieci euro? Venti euro? Ma sì non di più. Via e-mail e in molti commenti c’è chi si è esposto dicendo di poter contribuire per 100, 500 o 1000 euro. In realtà preferiamo tante donazioni, ma piccole affinché un numero più vasto possibile di persone possa prendere parte alla formidabile rivoluzione, all’incredibile cambio di prospettiva e di mentalità che i blog civici stanno determinando.
Il fondo che creeremo grazie alle donazioni di tutti noi non sarà utilizzato solo per i guai con la giustizia di Cartellopoli. Sarà al contrario un tesoretto da utilizzare alla bisogna per tutte le ingiustizie tipo quella che il blog sta subendo in questi giorni. Querele, denunzie, cause, purtroppo temiamo di essere solo all’inizio. Più ci avviciniamo al nostro obbiettivo, ovvero eliminare dalla città la volgarità, la prepotenza, il crimine e lo scempio di quasi tutte le ditte cartellonare, più cercheranno di fermarci. E auguriamoci che lo facciano solo con le carte bollate e non con altro…
Ecco perché vi invitiamo a donare qualcosa di vostro tramite PayPal (è lo strumento più veloce e sicuro) e a far donare, a spargere la voce, a far sapere a tutti che ci sono delle persone che, senza alcun interesse, si stanno battendo per una città più bella e giusta e che hanno bisogno di un briciolo di aiuto. Ci serve per raccogliere risorse, ma ci serve anche per fidelizzare quanto più pubblico possibile attorno ai “nostri” temi: un conto è seguire una battaglia civica leggiucchiandone in giro, altro conto è autotassarsi (anche se per pochi euro). Scommettiamo che nel secondo caso la partecipazione sarà più sentita, calda, profonda, presente?
Le credenziali per controllare il conto donazioni saranno consegnate a diverse persone. Alle diverse anime del movimento anti-cartelloni. Per garanzia di tutti, dunque, saranno tre persone a detenere le password per controllare il conto, l’affluenza dei soldi, la loro eventuale spesa che sarà puntugliosamente comunicata a tutti. Tutti i donatori, salvo chi vorrà restare anonimo, saranno elencati nei vari blog aderenti a questo grande movimento civico che non ha eguali nella storia moderna.
Stiamo cambiando da dentro questa città e vi chiediamo un piccolo segnale di vicinanza e condivisione a quello che stiamo facendo e che faremo insieme.
NdiMT: seguite il link in basso per accedere alla pagina delle donazioni:
http://www.degradoesquilino.com/2010/12/cartellopoli-ancora-sequestrato-parte-la-raccolta-fondi.html
venerdì 3 dicembre 2010
Sequestro preventivo e oscuramento per il blog Cartellopoli.com
Ieri il responsabile di Cartellopoli.com, blog che denuncia e traccia le migliaia di installazioni abusive di cartelloni pubblicitari a Roma, ha comunicato che il sito è stato sottoposto a sequestro preventivo dalla magistratura.
La storia è molto semplice: il rappresentante legale di una azienda titolare di impianti pubblicitari, ha presentato nel novembre 2010 querela contro ignoti per il danneggiamento di molte di tali strutture. Il querelante dichiarava nella denuncia che collegava tali danneggiamenti agli interventi presenti su Cartellopoli.com incitanti al danneggiamento della cartellonistica pubblicitaria e riferenti di danneggiamenti effettuati. In particolare citava testi come i seguenti: "le brigate impegnate in bliz [così nel decreto] e sabotaggi sui cartelloni sono attivissime... i gruppi organizzati sul territorio che sono tanti e che si stanno sia organizzando sia moltiplicando... ogni giorno in cui ci sarà un'azione verrete informati e potrete partecipare anche voi agli interventi di gruppo che ormai si susseguono ogni sera".
In seguito a questa denuncia il pubblico ministero ha creduto di ravvisare gli estremi di reato di istigazione a delinquere e ha chiesto il sequestro preventivo del sito. Il giudice gli ha dato ragione e ha disposto il sequestro preventivo e l'oscuramento del sito perché "il permanere nel web delle pubblicazioni rende concreto e attuale il pericolo di ulteriori danni derivanti dalla loro diffusione".
Questi i fatti nudi e crudi. Noi di Migliora Torino crediamo che ci siano gli strumenti democratici e legali per combattere il degrado sociale in tutte le sue forme, compresa quella dell'abusivismo pubblicitario, e crediamo che quando dei cittadini esasperati buttano giù installazione pubblicitarie, non si stia diminuendo il degrado, ma si stia contribuendo a crearlo. E istigare alla distruzione di impianti pubblicitari è comunque sbagliato: essi vanno denunciati alle autorità competenti che devono rimuoverli se abusivi: quando le autorità competenti non li rimuovono nei tempi e nei modi previsti dalla legge le si denuncia per omissione d'atti d'ufficio. Detto ciò però non possiamo non fare ulteriori riflessioni: quanti impianti pubblicitari ha installato abusivamente la ditta querelante? Quante denunce di installazioni abusive fatte alla magistratura sono rimaste lettera morta? Perché una denuncia di un "cartellonaro" ha portato in meno di un mese l'oscuramente di un sito che fa il prezioso lavoro di denuncia dell'abusivismo pubblicitario, se pur con le maniere forti e a volte usando le espressioni sbagliate? Perché denunce di cartelloni pubblicitari abusivi non determinano la rimozione di questi neanche dopo mesi?
Il nostro blog è dalla parte di Cartellopoli.com.
Riteniamo che il blog abbia sbagliato ad ospitare quei messaggi. Secondo noi in futuro dovrà porre più attenzione nel moderare i contenuti che appaiono sul sito. Ma noi vogliamo che Cartellopoli.com continui il suo lavoro. Noi vogliamo ancora leggere le denunce delle varie installazioni abusive, vogliamo che le ditte che installano abusivamente questi impianti vengano fermate. Ci piacerebbe per esempio che la magistratura indagasse sulle ditte come la querelante e ci dicesse quanti impianti pubblicitari autorizzati e quanti non autorizzati tale ditte posseggono. Ci piacerebbe che si indagasse sulle possibili collusioni tra funzionari pubblici e pubblicitari. Ci piacerebbe che la magistratura facesse il suo lavoro con tale precisione e celerità SEMPRE e non solo contro un gruppo di cittadini che pubblica un blog.
Riteniamo che il blog abbia sbagliato ad ospitare quei messaggi. Secondo noi in futuro dovrà porre più attenzione nel moderare i contenuti che appaiono sul sito. Ma noi vogliamo che Cartellopoli.com continui il suo lavoro. Noi vogliamo ancora leggere le denunce delle varie installazioni abusive, vogliamo che le ditte che installano abusivamente questi impianti vengano fermate. Ci piacerebbe per esempio che la magistratura indagasse sulle ditte come la querelante e ci dicesse quanti impianti pubblicitari autorizzati e quanti non autorizzati tale ditte posseggono. Ci piacerebbe che si indagasse sulle possibili collusioni tra funzionari pubblici e pubblicitari. Ci piacerebbe che la magistratura facesse il suo lavoro con tale precisione e celerità SEMPRE e non solo contro un gruppo di cittadini che pubblica un blog.
Forza Cartellopoli.com tornate on-line, vi aspettiamo!
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martedì 30 novembre 2010
Corso Marconi: pista ciclabile di giorno, parcheggio di notte
(dal blog Sun Salvario Views)
Ecco come si presentava la pista ciclabile di corso Marconi giovedì sera verso le 23. Speravamo che non fosse questo il suo destino, ma ce lo aspettavamo.
Corso Marconi è in via di ridefinizione nell'attesa di una futura pedonalizzazione ma, come è stato definito da Randis Codemino, oggi è "un mix urbano di sensi di marcia, piste ciclabili e fantasiosi stop, che hanno tramutato l'elegante corso nel manifesto internazionale del creativismo urbanistico."
Ed in più la pista ciclabile, nel tratto tra via Madama Cristina e corso Massimo d' Azeglio, sembra funzionare ad orari: di giorno vera pista ciclabile, attraversata pure da qualche bicicletta, e di notte, soprattutto nel weekend, un comodo parcheggio per chi si dirige nei numerosi locali della zona.
(http://sunsalvario.blogspot.com/2010/11/pista-ciclabile-di-giorno-parcheggio-di.html)
Ecco come si presentava la pista ciclabile di corso Marconi giovedì sera verso le 23. Speravamo che non fosse questo il suo destino, ma ce lo aspettavamo.
| Fotografia di Randis Codemino |
Ed in più la pista ciclabile, nel tratto tra via Madama Cristina e corso Massimo d' Azeglio, sembra funzionare ad orari: di giorno vera pista ciclabile, attraversata pure da qualche bicicletta, e di notte, soprattutto nel weekend, un comodo parcheggio per chi si dirige nei numerosi locali della zona.
(http://sunsalvario.blogspot.com/2010/11/pista-ciclabile-di-giorno-parcheggio-di.html)
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Corso Guglielmo Marconi,
pista ciclabile,
San Salvario
sabato 13 novembre 2010
Nasce l’Associazione Rispettando San Salvario
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Gentili amici di Migliora Torino,
sono un residente di San Salvario, “soffro” anch’io di movida molesta e da un po’ seguo il blog.
Volevo segnalarvi che anche a San Salvario è nato un Comitato spontaneo di cittadini costituitosi recentemente in un associazione culturale, di cui io sono uno dei fondatori; questa associazione, che abbiamo deciso di chiamare Rispettando San Salvario (in allegato un primo comunicato della stessa) è appena nata e stiamo incominciando ora a raccogliere le adesioni. Lo scopo dell’associazione è combattere il degrado del quartiere e, in cooperazione con altre, il degrado della nostra città. Vogliamo batterci non solo contro il disturbo notturno dei locali, ma anche per una migliore qualità della vita nel nostro quartiere, particolarmente problematica a causa di sporcizia, bivacco, ubriachezza molesta, sosta selvaggia, ecc. come probabilmente già sapete.
Vi chiediamo quindi di pubblicizzare la nostra iniziativa sul blog o con altri mezzi, al fine di poter coinvolgere il maggior numero di cittadini possibile. Da parte nostra abbiamo avuto riscontro, in questo nostro inizio promettente, di una maggiore sensibilità al problema da parte sia dei residenti sia delle istituzioni; riteniamo comunque che questo sia il momento per fare pressione e ottenere finalmente qualcosa di concreto dall’amministrazione e dalle istituzioni coinvolte; non dimentichiamo che il 2011 è l’anno non solo del 150° dell’Unità d’Italia, ma anche delle elezioni comunali e circoscrizionali.
Spero di poter contare sul vostro aiuto anche per far rete con altri cittadini di altri quartieri, se lo vorrete io e gli altri aderenti all’associazione potremo inviare documenti fotografici e non riguardanti i problemi di San Salvario e le nostre iniziative.
Sono a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento, i miei recapiti sono sotto riportati.
Cordiali saluti
Roberto
risansalvario@gmail.com
Noi del blog Migliora Torino facciamo tantissimi auguri a Roberto e all’Associazione Rispettando San Salvario e rimaniamo a loro disposizione per pubblicare le future iniziative.
In bocca al lupo!
(Di seguito il comunicato ufficiale della nascita dell’Associazione)
Gentili amici di Migliora Torino,
sono un residente di San Salvario, “soffro” anch’io di movida molesta e da un po’ seguo il blog.
Volevo segnalarvi che anche a San Salvario è nato un Comitato spontaneo di cittadini costituitosi recentemente in un associazione culturale, di cui io sono uno dei fondatori; questa associazione, che abbiamo deciso di chiamare Rispettando San Salvario (in allegato un primo comunicato della stessa) è appena nata e stiamo incominciando ora a raccogliere le adesioni. Lo scopo dell’associazione è combattere il degrado del quartiere e, in cooperazione con altre, il degrado della nostra città. Vogliamo batterci non solo contro il disturbo notturno dei locali, ma anche per una migliore qualità della vita nel nostro quartiere, particolarmente problematica a causa di sporcizia, bivacco, ubriachezza molesta, sosta selvaggia, ecc. come probabilmente già sapete.
Vi chiediamo quindi di pubblicizzare la nostra iniziativa sul blog o con altri mezzi, al fine di poter coinvolgere il maggior numero di cittadini possibile. Da parte nostra abbiamo avuto riscontro, in questo nostro inizio promettente, di una maggiore sensibilità al problema da parte sia dei residenti sia delle istituzioni; riteniamo comunque che questo sia il momento per fare pressione e ottenere finalmente qualcosa di concreto dall’amministrazione e dalle istituzioni coinvolte; non dimentichiamo che il 2011 è l’anno non solo del 150° dell’Unità d’Italia, ma anche delle elezioni comunali e circoscrizionali.
Spero di poter contare sul vostro aiuto anche per far rete con altri cittadini di altri quartieri, se lo vorrete io e gli altri aderenti all’associazione potremo inviare documenti fotografici e non riguardanti i problemi di San Salvario e le nostre iniziative.
Sono a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento, i miei recapiti sono sotto riportati.
Cordiali saluti
Roberto
risansalvario@gmail.com
Noi del blog Migliora Torino facciamo tantissimi auguri a Roberto e all’Associazione Rispettando San Salvario e rimaniamo a loro disposizione per pubblicare le future iniziative.
In bocca al lupo!
(Di seguito il comunicato ufficiale della nascita dell’Associazione)
![]() | ||
| Chiesa di San Salvario (Foto di Paolo Favaro - http://www.paolofavaro.com/) |
È nata l'associazione:
«RI.SA»
«RISPETTANDO SAN SALVARIO»
È promossa dai cittadini del quartiere contro il degrado generato dalla movida selvaggia.
È rispetto per la salute e i sonni, per i cuori e i cervelli, per le arterie e le orecchie.
È rispetto per i nostri malati e i nostri anziani, per i nostri studenti e i nostri lavoratori.
È rispetto per le leggi, comprese quelle che vietano rumori e disturbo del riposo e delle occupazioni dei cittadini di giorno e ancora più di notte.
È rispetto per la Costituzione che tutela la nostra salute e promuove la pacifica e civile convivenza nelle comunità.
È rispetto per l'ambiente del nostro quartiere, degradato da sporcizia, bivacchi, movida selvaggia, droga, latrine a cielo aperto, occupazione indebita di suolo pubblico, sosta selvaggia, viabilità congestionata…
L'associazione RI.SA vuole:
- favorire il coinvolgimento dei cittadini nella vita del quartiere
- migliorare le condizioni di vivibilità, contrastando tutte le forme d'inquinamento nel rispetto delle leggi nazionali, regionali e comunali
- svolgere un'opera di promozione e prevenzione della salute
- costruire una rete di rapporti anche con i cittadini di altri quartieri vittime delle medesime cause di degrado.
Difendiamo le nostre vie e le nostre vite da:
- inquinamento acustico
- inquinamento ambientale.
Promuoviamo la vivibilità sociale.
ASSOCIAZIONE «RI.SA RISPETTANDO SAN SALVARIO»
Email: risansalvario@gmail.com
Torino, 20 ottobre 2010
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domenica 31 ottobre 2010
"Torino è pronta a sottomettersi al gran sacrifizio nell'interesse d'Italia."
PROCLAMA DEI COMITATI RIUNITI
Torino Agli Italiani
All'annunzio di una convenzione colla Francia, in cui ponevasi per guarentigia al potere temporale del Papa il trasferimento della capitale a Firenze, Torino si commosse, e le pacifiche ed ordinate dimostrazioni cominciarono col grido di Italia e Roma.
Se Torino s'ingannasse quando la convenzione colla Francia interpretava come abbandono di Roma, lo dicono ora ben chiaro i giornali ufficiali del Governo francese che ci annunciano essere il potere temporale del Papa una condizione indeclinabile alla costituzione politica d'Italia.
Alle grida di Italia e Roma, di Torino o Roma, di vogliamo l'unità d'Italia colla capitale in Roma, che si andavano levando per le vie della città, la polizia mal diretta, mal ordinata, mal inspirata rispose sguainando le daghe contro l'inerme popolazione.
— E Torino sentì fischiare per le sue piazze le palle omicide, e spargere per la demenza di chi ci governa nella commossa città la desolazione e la morte. Il Ministero doveva rendere conto di quel sangue e cadde, e la causa dell'umanità ha trionfato.
Non dimentichi ora l'Italia che Torino fu la prima ad applaudire al voto con cui il Parlamento proclamava doversi a Roma compiere i destini italiani.
Associandosi agli atti del risorgimento italiano essa ben sentiva sin da principio che le sue sorti municipali potevano trovarsi mutate. Però non ristette. Ella può sentire domestici danni, ma di questo solo, ora come ieri, si travaglia perché intiero si compia il programma nazionale.
Triste colui che sparge mal seme di civile discordia eccitando il sospetto sulla abnegazione nostra.
Noi vogliamo Roma!
Alle calunnie di costoro risponderemo colle parole di quell'illustre italiano che fu il conte di Cavour: Torino è pronta a sottomettersi al gran sacrifizio nell'interesse d'Italia.
Noi vogliamo Roma!
24 settembre 1864
mercoledì 6 ottobre 2010
Salviamo l'Osservatorio Meteorologico di Roma
Ci spostiamo temporaneamente a Roma per segnalare questa iniziativa dell'Associazione Bernacca:
Lo storico Osservatorio meteo del Collegio Romano, attivo da 228 anni dovrà lasciare la sede occupata dal 1879.
Nessuno, ad ora, sa dove sarà trasferito, ma la cosa più grave sta nel fatto che non si sa quale sarà la futura collocazione della Biblioteca, dell'immenso archivio storico e della collezione di antichi strumenti, meteo e non; un patrimonio inestimabile portato avanti per oltre due secoli da numerose personalità, con grande passione.
La scelta nasce dai tagli alla ricerca messa in atto il 27 settembre dal CRA ( Consiglio per la ricerca e per la sperimentazione in agricoltura).
Ci chiediamo come si possa prendere una scelta del genere, quali siano le motivazioni e come può un ente per la ricerca gettare al vento un archivio storico di "ricerca", costruito in oltre due secoli!
E' un atto di barbarie verso la storia, la cultura e la meteo Romana e Italiana.
Un pezzo di storia preso a calci, che una volta dilapidato non potrà mai più essere recuperato.
Risulta incomprensibile tale decisione anche perché, come è stato dichiarato dal personale dell'Osservatorio, "i locali sono in uso gratuito e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali si è formalmente impegnato a sostenere tutte le spese di gestione".
La Biblioteca, nota come "Biblioteca Centrale della Meteorologia Italiana", dichiarata nel 1998 "bene immobile dello Stato", è composta da più di 15.000 testi di meteorologia e geofisica italiani ed esteri, rari e di pregio, alcuni risalenti al '500, ed è la principale memoria storica della tradizione meteorologica e geofisica italiana dell'età moderna, e nel corso dei secoli ha ospitato Galileo Galilei, padre Angelo Secchi, Enrico Fermi.
Oltre i testi vi sono molti strumenti meteo e sismici di grande valore che testimoniano l'evoluzione dei sistemi di misura nel nostro paese.
L'archivio storico meteorologico - uno dei pochi al mondo per serie meteo plurisecolari - consta di oltre SEI MILIONI di dati suddivisi per ogni variabile meteo.
L'Associazione Bernacca, che spera si uniscano altre associazioni meteo Italiane, è contraria a questa decisione.
Cercheremo di salvare il patrimonio inestimabile che qualche mente illuminata vuole dilapidare.
Firma la petizione per salvare l'Osservatorio!
Lo storico Osservatorio meteo del Collegio Romano, attivo da 228 anni dovrà lasciare la sede occupata dal 1879.
Nessuno, ad ora, sa dove sarà trasferito, ma la cosa più grave sta nel fatto che non si sa quale sarà la futura collocazione della Biblioteca, dell'immenso archivio storico e della collezione di antichi strumenti, meteo e non; un patrimonio inestimabile portato avanti per oltre due secoli da numerose personalità, con grande passione.
La scelta nasce dai tagli alla ricerca messa in atto il 27 settembre dal CRA ( Consiglio per la ricerca e per la sperimentazione in agricoltura).
Ci chiediamo come si possa prendere una scelta del genere, quali siano le motivazioni e come può un ente per la ricerca gettare al vento un archivio storico di "ricerca", costruito in oltre due secoli!
E' un atto di barbarie verso la storia, la cultura e la meteo Romana e Italiana.
Un pezzo di storia preso a calci, che una volta dilapidato non potrà mai più essere recuperato.
Risulta incomprensibile tale decisione anche perché, come è stato dichiarato dal personale dell'Osservatorio, "i locali sono in uso gratuito e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali si è formalmente impegnato a sostenere tutte le spese di gestione".
La Biblioteca, nota come "Biblioteca Centrale della Meteorologia Italiana", dichiarata nel 1998 "bene immobile dello Stato", è composta da più di 15.000 testi di meteorologia e geofisica italiani ed esteri, rari e di pregio, alcuni risalenti al '500, ed è la principale memoria storica della tradizione meteorologica e geofisica italiana dell'età moderna, e nel corso dei secoli ha ospitato Galileo Galilei, padre Angelo Secchi, Enrico Fermi.
Oltre i testi vi sono molti strumenti meteo e sismici di grande valore che testimoniano l'evoluzione dei sistemi di misura nel nostro paese.
L'archivio storico meteorologico - uno dei pochi al mondo per serie meteo plurisecolari - consta di oltre SEI MILIONI di dati suddivisi per ogni variabile meteo.
L'Associazione Bernacca, che spera si uniscano altre associazioni meteo Italiane, è contraria a questa decisione.
Cercheremo di salvare il patrimonio inestimabile che qualche mente illuminata vuole dilapidare.
Firma la petizione per salvare l'Osservatorio!
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sabato 2 ottobre 2010
La sosta "selvaggia" in Via Chiesa della Salute
Un lettore ci scrive:Dopo aver letto il blog Migliora Torino, colgo l'occasione per segnalarvi brevemente una "violazione della civile convivenza" che avviene quotidianamente a Torino, per la precisione in Via Chiesa della Salute. Percorro questa via in auto molto spesso (1-2 volte al giorno), e puntualmente, in orario di apertura negozi, il transito dei veicoli è ostacolato da numerose macchine in doppia fila. Dov'è il problema? Il problema è che in via Chiesa della Salute c'è spazio fisico per sole 3 file di veicoli. La carreggiata è infatti suddivisa in tre corsie:
Stante la frequentissima presenza di veicoli in sosta in doppia fila, l'unica soluzione per poter percorrere la via consiste quasi sempre nell'invadere contromano, più e più volte, la corsia i transito verso nord, riservata ai mezzi pubblici, al fine di aggirare i veicoli in sosta sulla corsia di transito verso sud. È da aggiungere che le due corsie di transito sono delimitate da dissuasori metallici, che devono essere quindi scavalcati con grande gioia degli pneumatici.
- adiacente il marciapiede lato ovest, una corsia è riservata alla sosta dei veicoli
- al centro, una corsia serve il transito verso sud
- adiacente il marciapiede lato est, una corsia serve il transito verso nord, ma riservato ai mezzi pubblici
Multe sulle macchine in doppia fila? Mai viste UNA volta. Il forte sospetto è che questa pratica a dir poco incivile sia supportata per convenienza dai numerosi negozianti della suddetta via (che inoltre usufruiscono del rifornimento merci tramite... furgoni parcheggiati in doppia fila!).
Magari questa segnalazione servirà a poco, ma mi è sembrato giusto inviarla comunque.
Grazie per l'attenzione,
lettera firmata
Noi abbiamo poco altro da aggiungere, oltre che ringraziare il lettore per la segnalazione possiamo dire che il problema è noto e annoso e, anche a nostro giudizio, la repressione del comportamento incivile e illegale, è troppo blanda. Se la sosta in doppia fila è frequente, frequente deve essere il passaggio dei vigili con conseguente rilevamento delle infrazioni: un assioma molto semplice, che però forse sfugge ai responsabili della Polizia Municipale.
Per questo vi chiediamo di inviare la seguente e-mail all'indirizzo contactcenterpm@comune.torino.it:
OGGETTO: sosta illecita in Via Chiesa della Salute
Spett. Polizia Municipale,
con la presente si richiede un più efficace contrasto alla pratica di fermata e sosta "in doppia fila", posta in atto da molti automobilisti in Via Chiesa della Salute. Tale via è molto stretta ed il suddetto comportamento è, se possibile, ancora più dannoso del solito.
È necessario un più frequente pattugliamento da parte dei Vs. agenti per contrastare questo malcostume.
È consigliabile anche un frequente passaggio dei nuovi dispositivi "autodetector".
Si coglie l'occasione per porgere distinti saluti,
Nome Cognome
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Via Chiesa della Salute
domenica 19 settembre 2010
Milano: aggressione ad un attivista antidegrado
Ci spostiamo a Milano per segnalare un fatto veramente molto triste. Un nostro amico, Danilo Taglietti, uno dei tre fondatori dell'associazione Programma Azione Navigli per il recupero e la valorizzazione degli storici navigli di Milano, è stato fatto oggetto di una violenta aggressione da parte di uno sbandato che, secondo diverse testimonianze, è solito passare le sue giornate a drogarsi nel quartiere.
La nostra ovvia solidarietà è non solo personale, ma anche ideologica, per così dire, giacché l'opera di Danilo è meritoria di ben altro che della violenza di un disadattato. Il degrado di un quartiere immancabilmente è associato al degrado delle persone e non è un caso che questo emarginato abbia pensato di esprimere le sue "argomentazioni" usando violenza su un suo "interlocutore". Né è un caso che nessuno dei numerosi passanti sia intervenuto in aiuto di Danilo.
Personalmente riteniamo corresponsabili di questa aggressione i milanesi: come cittadini, che girano la testa dall'altra parte o meglio la infilano sotto la sabbia come tanti struzzi, se mai ci fosse la sabbia in darsena; come istituzioni, con le loro immobilità e indolenza che rasentano l'omissione d'atti d'ufficio.
Un grandissimo abbraccio e augurio di pronta guarigione a Danilo, che dovrà essere sottoposto ad operazione chirurgica. Siamo a sua disposizione per qualsiasi comunicazione voglia fare sui suoi progetti di riqualificazione dei navigli.
Articoli sulla vicenda:
Corriere
Repubblica
PartecipaMi
La nostra ovvia solidarietà è non solo personale, ma anche ideologica, per così dire, giacché l'opera di Danilo è meritoria di ben altro che della violenza di un disadattato. Il degrado di un quartiere immancabilmente è associato al degrado delle persone e non è un caso che questo emarginato abbia pensato di esprimere le sue "argomentazioni" usando violenza su un suo "interlocutore". Né è un caso che nessuno dei numerosi passanti sia intervenuto in aiuto di Danilo.
Personalmente riteniamo corresponsabili di questa aggressione i milanesi: come cittadini, che girano la testa dall'altra parte o meglio la infilano sotto la sabbia come tanti struzzi, se mai ci fosse la sabbia in darsena; come istituzioni, con le loro immobilità e indolenza che rasentano l'omissione d'atti d'ufficio.
Un grandissimo abbraccio e augurio di pronta guarigione a Danilo, che dovrà essere sottoposto ad operazione chirurgica. Siamo a sua disposizione per qualsiasi comunicazione voglia fare sui suoi progetti di riqualificazione dei navigli.
Articoli sulla vicenda:
Corriere
Repubblica
PartecipaMi
sabato 18 settembre 2010
Settimana Europea della Mobilità Sostenibile - European Mobility Week
"La Settimana europea della mobilità è una campagna educativa sociale per sensibilizzare i cittadini a spostarsi coi trasporti pubblici, in bicicletta o a piedi e per incoraggiare le città europee a promuovere tali modalità di spostamento e investire nelle necessarie infrastrutture."
Così recita il sito ufficiale (in inglese), nel quale si legge anche che quest'anno la settimana va dal 16 al 22 settembre. Torino è una delle 1984 città europee (e non solo europee) che partecipano al progetto.
Nello specifico in Torino, la Settimana sarà concentrata nel solo giorno (perdonate il gioco di parole...) 22 settembre, che vedrà totalmente chiusa al traffico dalle 6 alle 22 Via Roma nel tratto tra Piazza Castello e Piazza San Carlo. Sono previste anche attività a margine, elencate di seguito:
In Via Roma dalle 10 alle 18:
In Piazza San Carlo, dalle ore 10 alle ore 18
Così recita il sito ufficiale (in inglese), nel quale si legge anche che quest'anno la settimana va dal 16 al 22 settembre. Torino è una delle 1984 città europee (e non solo europee) che partecipano al progetto.
Nello specifico in Torino, la Settimana sarà concentrata nel solo giorno (perdonate il gioco di parole...) 22 settembre, che vedrà totalmente chiusa al traffico dalle 6 alle 22 Via Roma nel tratto tra Piazza Castello e Piazza San Carlo. Sono previste anche attività a margine, elencate di seguito:
In Via Roma dalle 10 alle 18:
- Città di Torino - Ufficio Biciclette: informazioni, novità, distribuzione gratuita Mappa Piste Ciclabili e tanto altro ancora.
- alle ore 11.30 presso lo stand della Città in via Roma: Conferenza Stampa di presentazione del Vademecum del Ciclista Urbano.
- Noleggio gratuito biciclette: Club Amici della Bicicletta e Ufficio Biciclette.
- Gratis la “Punzonatura antifurto”: marchiatura di un codice di identificazione sul telaio delle biciclette. Associazione Intorno e Ufficio Biciclette.
- [TO]BIKE: informazioni, abbonamenti, gadget e tanto altro ancora.
- Bike Pride in Mostra: le migliori foto del Bike Pride del 6 giugno 2010. Associazione Bici e Basta e MuoviEquilibri.
- “In bici ci piace”: mostra fotografica “Il mondo della bicicletta e la bicicletta nel mondo” ideata e prodotta da FIAB e Legambiente Circolo di Rho - Ufficio Biciclette.
- Ciclofficina mobile: per una perfetta messa a punto della propria bici. Associazione MuoviEquilibri.
- “Club amici della bicicletta”: questionario-censimento sulla mobilità ciclistica con omaggi a tutti i partecipanti.
- Ciclofficina per piccole riparazioni. Punto iscrizioni alla Ciclopasseggiata "Due ruote per amiche" del 26 Settembre.
- “CRESS Coordinamento Regionale sulla Sicurezza Stradale”: presentazione del Progetto interistituzionale
- “Ti MuOvi ?” (Mobilità Urbana autonOma per gioVani e bambIni).
- “L’Energia sotto il naso”: cosa è possibile fare per risparmiare energia e ridurre l’inquinamento? Scoprilo entrando nell’InfoContainer sull’Energia del Museo A come Ambiente.
- “La città possibile”: idee, sogni realizzati, esperienze e progetti, per reinventare le nostre città e renderle più belle e vivibili. Associazione La Città Possibile.
- La campagna è vicina: informazioni, documentazione, esperienze. Coldiretti Torino.
- Fattorie Didattiche: laboratori per ragazzi. Coldiretti Torino.
- Degustazione gratuita di prodotti a KM 0: Donne Impresa e Coldiretti Torino.
- Partite di “bike polo”: a cavallo di una bicicletta due squadre si sfidano colpendo la pallina con una mazza per fare goal nella porta avversaria. Associazione Torino Bike Polo.
- Con la bici si fa tutto... anche il caffè!: Pedalando si ricarica una batteria... e il caffè è servito! Associazione MuoviEquilibri e studenti del Politecnico in collaborazione con CinemAmbiente.
- “Al cinema in bici, la bici nel cinema”: Matinée ciclo-cinematografica con proiezione gratuita dei film cult “Ladri di biciclette” di V. De Sica e “Totò al giro d’Italia” di M. Mattoli. Associazione Trendy.
- “Chi usa la bici… merita un premio”: presidio in 4 punti della città per monitorare l’utilizzo quotidiano della bici, con cioccolatini in omaggio. Associazione Bici&Dintorni.
In Piazza San Carlo, dalle ore 10 alle ore 18
- “Lab…ici”: laboratorio di educazione alla mobilità in bicicletta per bambini e ragazzi di scuola primaria e secondaria di primo grado. Associazione Intorno.
- “Muoversi con leggerezza”: viaggi interattivi, laboratori tematici, giochi ed esperienze multimediali ed interattive sulla mobilità sostenibile.
"Più controllo - Zero spaccio"
"Più controllo - Zero spaccio", così la scritta sugli striscioni degli abitanti di Via Ceresole e limitrofe, in rivolta contro gli spacciatori che la notte assediano la zona.
Quando le istituzioni latitano i cittadini cercano di rimediare da soli ai problemi, con il rischio però di peggiorare la situazione.
Di seguito l'articolo de La Stampa sulla piccola manifestazione antidegrado dei cittadini: link all'articolo.
mercoledì 21 luglio 2010
Buon senso a due ruote
(dal blog Amare Torino)
Chi prende la bici per muoversi in città andrebbe apprezzato, in primo luogo da quegli stessi automobilisti che spesso gli strombazzano contro.
Chi prende la bici, evitando così di prendere l'auto, libera spazio prezioso per chi alle quattro ruote con motore a scoppio proprio non può (non vuole?) rinunciare. L'uso delle bici, nella capitale dell'auto, andrebbe incentivato sul serio.
Luca Rastello, su Repubblica, racconta una cosa che i ciclisti torinesi sanno già: le ciclabili son, salvo pochi casi, delle semplici strisce per terra.
In Via Principe Amedeo, tra Via delle Rosine e Via San Massimo, tutte le sere vi sono macchine che stazionano perennemente in doppia fila. Sono sulla sponda opposta alla ciclabile, vero, ma questo obbliga l'automobilista in transito a invaderla, la ciclabile, che di fatto è tornata ad essere un normale pezzo di strada.
(Peraltro: chi è il genio che si è inventato le ciclabili a senso unico?).
(http://amaretorino.blogspot.com/2010/07/buon-senso-due-ruote.html)
Chi prende la bici per muoversi in città andrebbe apprezzato, in primo luogo da quegli stessi automobilisti che spesso gli strombazzano contro.
Chi prende la bici, evitando così di prendere l'auto, libera spazio prezioso per chi alle quattro ruote con motore a scoppio proprio non può (non vuole?) rinunciare. L'uso delle bici, nella capitale dell'auto, andrebbe incentivato sul serio.
Luca Rastello, su Repubblica, racconta una cosa che i ciclisti torinesi sanno già: le ciclabili son, salvo pochi casi, delle semplici strisce per terra.
In Via Principe Amedeo, tra Via delle Rosine e Via San Massimo, tutte le sere vi sono macchine che stazionano perennemente in doppia fila. Sono sulla sponda opposta alla ciclabile, vero, ma questo obbliga l'automobilista in transito a invaderla, la ciclabile, che di fatto è tornata ad essere un normale pezzo di strada.
(Peraltro: chi è il genio che si è inventato le ciclabili a senso unico?).
(http://amaretorino.blogspot.com/2010/07/buon-senso-due-ruote.html)
lunedì 19 luglio 2010
La lotta delle formiche
Pubblichiamo questo articolo, a firma di Giangiacomo Schiavi, pubblicato oggi dal Corriere.
Ci ritroviamo perfettamente nella descrizione di queste formiche: per chi non l'avesse capito, il nostro è un blog di formichine :)
Ma ecco l'articolo:
Disagi e speranze nel Paese dei nessuno
Io non sgomito. Non appaio. Non cerco scorciatoie. Non mi arrendo. Lavoro a volte anche per gli altri. Mi fermo sulle strisce. Non getto mozziconi nelle strade. Aspetto il mio turno per parlare. Non parcheggio sul marciapiede e neanche in seconda fila. Faccio il mio dovere. Studio, perché penso sia importante per vincere i concorsi. Vado a votare e non al mare. Mando i miei figli alla scuola pubblica. Non penso a veline o tronisti. A volte inseguo le mie passioni..
Lettere dal Paese dei Nessuno, dall’Italia dei (cittadini) dimenticati che scrivono ai giornali per avere una speranza e riassumono il declino di un vivere comune, intaccato da una terribile domanda: ma chi te lo fa fare? Giovani che si spaventano: «Ho paura per il futuro mio, del mondo, di tutti, non riesco a vedere il prosieguo della storia che il presente ci sta raccontando» (Martino, vent’anni). Anziani che si deprimono: «Sono avvilita, disgustata. Tutti rubano, tutti mangiano, tutti si fanno appoggiare o raccomandare. Se non sei così ti tagliano fuori » (Barbara, settantacinque anni). Ragazzine che si interrogano. Come Giulia. Storia esemplare che non fa notizia, ma indica il retropensiero che aleggia su di noi quando prendiamo un impegno: ne valeva la pena?
Per tutto l’anno, finite le lezioni, due volte la settimana, Giulia si fa cinquanta chilometri per frequentare la scuola di ballo più famosa d’Italia. E dopo due ore alla sbarra e cinquanta chilometri di ritorno, è di nuovo a casa a fare i compiti. È brava, in classe e nella danza. Non ha tempo per Playstation, Xbox, non si stordisce davanti alla TV. La vedi in giardino alla prima chiazza di sole esercitarsi nei passi e nelle ruote: su una mano, su due mani, di lato. Se riuscirà a continuare sarà ammessa alla frequenza quotidiana: vorrà dire la scuola, poi cinquanta chilometri, la lezione alla Scala, altri cinquanta chilometri, i compiti e così via, salvo i giorni delle prove per gli spettacoli, quando sarà impegnata fino a sera. Per anni e anni, ogni anno nel timore di non passare: pena l’esclusione dalla scuola di danza.
Già da ora qualche amica comincia a non capire. Si domanda il perché di tanto impegno, tanto stress, tanta fatica. Si chiede perché Giulia si diverta ad andare avanti e indietro rinunciando a molte cose divertenti, quando basta apparire in una trasmissione TV o ancheggiare un po’ per raggiungere lo stesso obiettivo: uscire dalla mischia, avere un posto in prima fila. Si spendono milioni di euro in tv per valorizzare pupe, veline e anche velone. E si sbeffeggia più o meno involontariamente chi ha scelto un impegno, chi fa coscienziosamente il proprio lavoro. «Pagano ancora il sacrificio, lo studio, la fatica in questo Paese?», è la domanda che Giulia invia nel pozzo delle mail, cercando una non scontata risposta.
C’era una come lei una volta a Milano. Era figlia di un tranviere. Coi sacrifici e con il talento è diventata Carla Fracci. Ma non c’è più il futuro di una volta, scrivono oggi i writer sui muri. Nel paradosso temporale di un graffito il semiologo Francesco Casetti legge il bisogno di un’aspettativa non banale. «Si invoca il futuro, che non c’è ancora, non a partire dal presente, ma dal passato che non c’è più. Ieri c’era il senso del domani: oggi questo senso manca. E si deve andare a ciò che non c’è più (lo ieri) per poter recuperare ciò che non c’è ancora (il domani)».
Bisogna affidarsi alla memoria, allora, perché le opportunità non stanno nell’orizzonte geografico dei vari Nessuno che rumoreggiano dalle caselle della posta. Rispetto a ieri, la ragnatela di intrallazzi ha inquinato l’aria e ristretto i confini del galateo civico, come ha scritto Sergio Romano. «Il declivio del nostro vivere comune è intaccato dai comportamenti scorretti, a volte spregevoli, diventati prassi abituale», è la tesi di Maurizio Viroli, che alla decadenza delle buone pratiche ha dedicato una lunga riflessione e un libro dal titolo esplicito (La libertà dei servi, Einaudi).
«Quando si dirà che c’è un Paese anche per i Nessuno che tirano la pialla?», sollecita una dottoressa che a quarant’anni ha strappato il contratto definitivo di assunzione. Le donne in medicina faticano parecchio a trovare un posto, scrive: quando sono brave e competitive, non allineate allo standard della rampante o dell’amica del boss, le stroncano subito. Se hanno dei figli vengono penalizzate. Se si danno troppo da fare vengono redarguite. Se non si allineano, sono emarginate. Il mobbing nei reparti è prassi abituale. Senza sponsor politici negli ospedali difficilmente si fa carriera...
Si vagheggia un new deal civico, la scoperta di nuovi eroi. Si chiede un sussulto alla politica. Massimiliano Panarari, docente di Scienze politiche all’Università di Modena (L’Italia da Gramsci al gossip, Einaudi) profetizza l’abbattimento dell’impasto micidiale che alimenta la sottocultura e l’antipolitica. Ma non a breve: «La visione del mondo in Italia è basata troppo sull’irrealtà». Lo psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli è ancora più scettico: «Io ho paura che questa società non si domandi più nulla, chieda solo e soltanto tecnologia: la tecnologia svuota, modifica i comportamenti, ci indica quel che serve a sopravvivere bene ma non risolve il senso della vita. A poco a poco stiamo diventando dei primitivi tecnologizzati in una civiltà dell’ingiustizia».
Poveri Nessuno, abbarbicati alla speranza di un Paese normale dove buongiorno, come diceva Zavattini, vuol dire davvero buongiorno. Formichine inattuali nel generale appiattimento verso la società della convenienza, che rischiano di essere schiacciate tra scarpe gigantesche e pietraie desolate, come immaginava vent’anni fa Anna Maria Ortese in un memorabile racconto milanese. Un bimbo, scivolato per disgrazia sotto le ruote di un tram, che offre al padre angosciato una riflessione fulminea sul senso della vita: «Noi siamo come le formiche, vero, papà?».
Bisogna forse dire «Basta!», come fa il designer Giancarlo Iliprandi che dal Politecnico di Milano teorizza un movimento culturale per cambiare aria e mette tra i capifila un grande centenario come Gillo Dorfles. «Basta a quello che non ci piace/ Basta senza sporcare i muri/ Basta per comunicare la voglia di cambiare».
O chiamarsi fuori, come Luca Goldoni, investigatore di lungo corso dei comportamenti nazionali, che a un certo punto si è reso conto di non abitare più nello stesso Paese in cui era nato. «È successo quando ho letto di una telefonata intercettata tra l’amica di un politico e un’ex compagna di classe in attesa di un provino tv. "Non c’era verso di farmi dare un contratto", diceva una. E l’altra: "E come hai fatto a ottenerlo?". "Non c’era modo di convincerlo". "E allora?". "E allora gliel’ho data"».
Non importa chi sei, ma chi conosci, si filosofeggia dai blog studenteschi. Servirebbe un antivirus alla cultura della convenienza, «perché se non ricostruiamo una società fondata sui doveri reciproci non sapremo nemmeno più godere dei nostri diritti », spiega Viroli. Servirebbe qualche gesto di coraggio in un Paese ricattato dall’egoismo e dalle cricche. «Cominciamo a difendere i Nessuno mettendo qualche sassolino nelle scarpe dei grandi — dice don Antonio Mazzi, fondatore di Exodus — e facciamo qualcosa per le vite di scarto, magari scuole per i bocciati da questo sistema poco umano, come don Milani a Barbiana». Esempi, responsabilità, impegno, pulizia morale: l’unico parametro legalmente riconosciuto non può essere quello del denaro, scrivono in tanti. Poi un cittadino indignato lascia cadere una domanda. «Chi è arrivato in alto con gli intrallazzi, può avere soprassalti morali?». Noi, come le formichine della Ortese, dobbiamo sperare. Ma è legittimo dubitare.
Giangiacomo Schiavi
18 luglio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/cultura/10_luglio_18/schiavi_senso_civico_605a76ec-9296-11df-929c-00144f02aabe.shtml
Ci ritroviamo perfettamente nella descrizione di queste formiche: per chi non l'avesse capito, il nostro è un blog di formichine :)
Ma ecco l'articolo:
RIBELLARSI AL DECLINO
La lotta delle formiche
Disagi e speranze nel Paese dei nessuno
Quell’Italia che fa ancora il proprio dovere
RIBELLARSI AL DECLINO
La lotta delle formiche
Disagi e speranze nel Paese dei nessuno
Quell’Italia che fa ancora il proprio dovere
Buongiorno. Sono il signore che paga il biglietto del tram. La volontaria che assiste gli anziani soli. Il cittadino che non evade le tasse. La signora che chiede per favore. Il pensionato che fa la coda negli uffici. La dirigente che sa ascoltare. Il medico che non guarda l’orologio. L’artigiano che non bara sui conti. Lo studente che non crede alle lotterie.Quell’Italia che fa ancora il proprio dovere
Io non sgomito. Non appaio. Non cerco scorciatoie. Non mi arrendo. Lavoro a volte anche per gli altri. Mi fermo sulle strisce. Non getto mozziconi nelle strade. Aspetto il mio turno per parlare. Non parcheggio sul marciapiede e neanche in seconda fila. Faccio il mio dovere. Studio, perché penso sia importante per vincere i concorsi. Vado a votare e non al mare. Mando i miei figli alla scuola pubblica. Non penso a veline o tronisti. A volte inseguo le mie passioni..
Lettere dal Paese dei Nessuno, dall’Italia dei (cittadini) dimenticati che scrivono ai giornali per avere una speranza e riassumono il declino di un vivere comune, intaccato da una terribile domanda: ma chi te lo fa fare? Giovani che si spaventano: «Ho paura per il futuro mio, del mondo, di tutti, non riesco a vedere il prosieguo della storia che il presente ci sta raccontando» (Martino, vent’anni). Anziani che si deprimono: «Sono avvilita, disgustata. Tutti rubano, tutti mangiano, tutti si fanno appoggiare o raccomandare. Se non sei così ti tagliano fuori » (Barbara, settantacinque anni). Ragazzine che si interrogano. Come Giulia. Storia esemplare che non fa notizia, ma indica il retropensiero che aleggia su di noi quando prendiamo un impegno: ne valeva la pena?
Per tutto l’anno, finite le lezioni, due volte la settimana, Giulia si fa cinquanta chilometri per frequentare la scuola di ballo più famosa d’Italia. E dopo due ore alla sbarra e cinquanta chilometri di ritorno, è di nuovo a casa a fare i compiti. È brava, in classe e nella danza. Non ha tempo per Playstation, Xbox, non si stordisce davanti alla TV. La vedi in giardino alla prima chiazza di sole esercitarsi nei passi e nelle ruote: su una mano, su due mani, di lato. Se riuscirà a continuare sarà ammessa alla frequenza quotidiana: vorrà dire la scuola, poi cinquanta chilometri, la lezione alla Scala, altri cinquanta chilometri, i compiti e così via, salvo i giorni delle prove per gli spettacoli, quando sarà impegnata fino a sera. Per anni e anni, ogni anno nel timore di non passare: pena l’esclusione dalla scuola di danza.
Già da ora qualche amica comincia a non capire. Si domanda il perché di tanto impegno, tanto stress, tanta fatica. Si chiede perché Giulia si diverta ad andare avanti e indietro rinunciando a molte cose divertenti, quando basta apparire in una trasmissione TV o ancheggiare un po’ per raggiungere lo stesso obiettivo: uscire dalla mischia, avere un posto in prima fila. Si spendono milioni di euro in tv per valorizzare pupe, veline e anche velone. E si sbeffeggia più o meno involontariamente chi ha scelto un impegno, chi fa coscienziosamente il proprio lavoro. «Pagano ancora il sacrificio, lo studio, la fatica in questo Paese?», è la domanda che Giulia invia nel pozzo delle mail, cercando una non scontata risposta.
C’era una come lei una volta a Milano. Era figlia di un tranviere. Coi sacrifici e con il talento è diventata Carla Fracci. Ma non c’è più il futuro di una volta, scrivono oggi i writer sui muri. Nel paradosso temporale di un graffito il semiologo Francesco Casetti legge il bisogno di un’aspettativa non banale. «Si invoca il futuro, che non c’è ancora, non a partire dal presente, ma dal passato che non c’è più. Ieri c’era il senso del domani: oggi questo senso manca. E si deve andare a ciò che non c’è più (lo ieri) per poter recuperare ciò che non c’è ancora (il domani)».
Bisogna affidarsi alla memoria, allora, perché le opportunità non stanno nell’orizzonte geografico dei vari Nessuno che rumoreggiano dalle caselle della posta. Rispetto a ieri, la ragnatela di intrallazzi ha inquinato l’aria e ristretto i confini del galateo civico, come ha scritto Sergio Romano. «Il declivio del nostro vivere comune è intaccato dai comportamenti scorretti, a volte spregevoli, diventati prassi abituale», è la tesi di Maurizio Viroli, che alla decadenza delle buone pratiche ha dedicato una lunga riflessione e un libro dal titolo esplicito (La libertà dei servi, Einaudi).
«Quando si dirà che c’è un Paese anche per i Nessuno che tirano la pialla?», sollecita una dottoressa che a quarant’anni ha strappato il contratto definitivo di assunzione. Le donne in medicina faticano parecchio a trovare un posto, scrive: quando sono brave e competitive, non allineate allo standard della rampante o dell’amica del boss, le stroncano subito. Se hanno dei figli vengono penalizzate. Se si danno troppo da fare vengono redarguite. Se non si allineano, sono emarginate. Il mobbing nei reparti è prassi abituale. Senza sponsor politici negli ospedali difficilmente si fa carriera...
Si vagheggia un new deal civico, la scoperta di nuovi eroi. Si chiede un sussulto alla politica. Massimiliano Panarari, docente di Scienze politiche all’Università di Modena (L’Italia da Gramsci al gossip, Einaudi) profetizza l’abbattimento dell’impasto micidiale che alimenta la sottocultura e l’antipolitica. Ma non a breve: «La visione del mondo in Italia è basata troppo sull’irrealtà». Lo psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli è ancora più scettico: «Io ho paura che questa società non si domandi più nulla, chieda solo e soltanto tecnologia: la tecnologia svuota, modifica i comportamenti, ci indica quel che serve a sopravvivere bene ma non risolve il senso della vita. A poco a poco stiamo diventando dei primitivi tecnologizzati in una civiltà dell’ingiustizia».
Poveri Nessuno, abbarbicati alla speranza di un Paese normale dove buongiorno, come diceva Zavattini, vuol dire davvero buongiorno. Formichine inattuali nel generale appiattimento verso la società della convenienza, che rischiano di essere schiacciate tra scarpe gigantesche e pietraie desolate, come immaginava vent’anni fa Anna Maria Ortese in un memorabile racconto milanese. Un bimbo, scivolato per disgrazia sotto le ruote di un tram, che offre al padre angosciato una riflessione fulminea sul senso della vita: «Noi siamo come le formiche, vero, papà?».
Bisogna forse dire «Basta!», come fa il designer Giancarlo Iliprandi che dal Politecnico di Milano teorizza un movimento culturale per cambiare aria e mette tra i capifila un grande centenario come Gillo Dorfles. «Basta a quello che non ci piace/ Basta senza sporcare i muri/ Basta per comunicare la voglia di cambiare».
O chiamarsi fuori, come Luca Goldoni, investigatore di lungo corso dei comportamenti nazionali, che a un certo punto si è reso conto di non abitare più nello stesso Paese in cui era nato. «È successo quando ho letto di una telefonata intercettata tra l’amica di un politico e un’ex compagna di classe in attesa di un provino tv. "Non c’era verso di farmi dare un contratto", diceva una. E l’altra: "E come hai fatto a ottenerlo?". "Non c’era modo di convincerlo". "E allora?". "E allora gliel’ho data"».
Giangiacomo Schiavi
18 luglio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/cultura/10_luglio_18/schiavi_senso_civico_605a76ec-9296-11df-929c-00144f02aabe.shtml
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